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Bitcoin e criptovalute in Italia: cosa cambia nel 2025

Tony Colapinto
Scritto da Tony Colapinto

Un mercato in bilico tra entusiasmo e diffidenza

Il mondo Bitcoin e delle criptovalute in Italia continua a oscillare tra due poli opposti: da una parte l’utopia tecnologica, fatta di decentralizzazione e disintermediazione, dall’altra la necessità concreta di proteggere l’utente e creare un quadro normativo stabile. Nel mezzo ci sono operatori che cercano di costruire un ponte tra questi due universi, soprattutto in mercati come l’Italia, dove la maturità dell’ecosistema è ancora in fase di consolidamento.

Lo sa bene Matteo De Angelis, country manager di YouHodler per l’Italia, che in questa intervista racconta luci e ombre di un settore in continua trasformazione. Secondo lui, oggi il mercato italiano delle criptovalute viaggia a due velocità. Da un lato il mondo retail è ancora in fase di raffreddamento:

“L’investitore medio è restìo. Il mercato è in bear, manca entusiasmo. La gente ha paura di entrare”.

Dall’altro, però, il segmento istituzionale si sta muovendo con convinzione:

“Wall Street ha fatto la prima mossa con gli ETF. Anche le banche italiane iniziano a testare con piccoli importi. È una vera bull run per gli institutional”.

Un ponte tra finanza tradizionale e mondo cripto

In questo contesto fluido, YouHodler si propone come un attore ibrido: non una banca, non un exchange, non un progetto DeFi puro, ma un ecosistema regolato in cui l’utente può accedere a strumenti cripto – come prestiti garantiti, conti con interesse e prodotti strutturati – in modo semplice, sicuro e conforme alle regole europee.

La parola d’ordine, dice De Angelis, è semplificazione:

“Oggi tanti conoscono il logo di Bitcoin, ma non sanno come comprarlo. Noi vogliamo essere quel primo gradino: l’accesso facile, ma regolamentato, al mondo crypto”.

E la regolamentazione, per YouHodler, non è un freno, ma un fattore distintivo. L’azienda è già intermediario finanziario autorizzato in Svizzera ed è registrata come VASP presso l’OAM in Italia, ed è sempre in Italia che ha avviato l’application per la licenza MiCA. Una mossa che dimostra la volontà di consolidare la presenza sul territorio.

Regole più rigide, ma più fiducia: MiCA come spartiacque

Il regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto Assets) rappresenta una svolta per l’intero settore. De Angelis è molto diretto:

“È un passo avanti. Ma bisogna stare attenti: troppe regole rischiano di affossare il settore. Tether ha già abbandonato l’Europa”.

Il riferimento è al fatto che USDT, la stablecoin più utilizzata, non risponde ai nuovi criteri imposti dal MiCA (ad esempio il requisito di riserve bancarie pari al 60% del valore emesso). Questo ha portato YouHodler a delistare USDT dalla funzione Earn, mantenendo solo stablecoin come USDC che rispettano le normative europee.

C’è però un lato positivo, spiega il country manager De Angelis:

“Con il MiCA ci sarà un’auto-selezione dei player seri. Addio aziende offshore, addio pirati. Resteranno solo quelli che ci mettono la faccia”.

Fiducia, sicurezza e trasparenza: il vero valore aggiunto

Dopo i crolli di colossi come FTX, per un’azienda cripto non basta più avere un prodotto, serve costruire relazioni di fiducia con l’utente.

“Non siamo qui solo per vendere. Siamo qui per spiegare, aiutare, rispondere. Questo è ciò che costruisce fiducia nel tempo”.

YouHodler punta su partnership solide – in primis quella con Ledger Vault, che garantisce la custodia dei fondi fino a 100 milioni di dollari – e su un’infrastruttura tecnica che, dal 2016, non ha mai subito violazioni, fughe di dati o attacchi hacker.

Ma l’aspetto forse più importante è la trasparenza operativa: costi chiari, assistenza disponibile, nessun effetto sorpresa. In un mondo che spesso gioca sulla complessità, la chiarezza diventa un vantaggio competitivo.

Educazione finanziaria: la chiave per cambiare il mercato

Un tema ricorrente nell’intervista è il ruolo dell’educazione finanziaria. In Italia, ammette De Angelis, c’è ancora molto da fare:

“Ho fatto il liceo scientifico e ho studiato latino, ma nessuno mi ha insegnato cos’è un mutuo. Questo deve cambiare”.

YouHodler ha creato una sezione educativa nella propria piattaforma, dove spiega concetti come market cap, supply, differenza tra token e coin. L’obiettivo non è solo vendere un servizio, ma formare una nuova generazione di utenti consapevoli, che si avvicinano al mondo cripto non più come giocatori d’azzardo, ma come investitori informati.

Il futuro: tokenizzazione e alleanze con le banche

Guardando ai prossimi dodici mesi, De Angelis prevede un rallentamento su stablecoin e staking CeFi, a causa delle nuove restrizioni MiCA. Ma vede nella tokenizzazione uno dei segmenti più promettenti:

“È utile, concreta, adatta agli istituzionali. Potremmo persino fare a meno dei notai grazie alla blockchain”.

Inoltre, l’integrazione tra banche e piattaforme crypto è, secondo lui, il vero game-changer:

“Quando un consulente potrà vendere Bitcoin al vicino di casa, sarà l’inizio della nuova era. E spero che arrivi presto”.

Cripto Italia, una scommessa sulla trasparenza

YouHodler non è una piattaforma che cerca di cavalcare l’hype. È un progetto che punta su compliance, semplicità e fiducia per affrontare una delle sfide più complesse del nostro tempo: far convivere l’innovazione cripto con le regole della finanza tradizionale.

“Noi ci crediamo. Crediamo nell’Italia, crediamo nelle istituzioni. E vogliamo far parte di questo cambiamento”.

Con la licenza MiCA come obiettivo a breve termine e una strategia orientata alla trasparenza, YouHodler si candida ad essere uno dei protagonisti dell’evoluzione cripto italiana. La rivoluzione è in atto. Ma questa volta, vuole avere un volto, una firma – e una licenza.

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