L’Italia digitale non è in ritardo: visione, strategia e sostenibilità secondo Cosmano Lombardo

Tony Colapinto
Scritto da Tony Colapinto

Quando si parla di innovazione e trasformazione digitale, l’Italia viene spesso dipinta come un Paese in ritardo. Tuttavia, è davvero così? Oppure, come afferma Cosmano Lombardo, CEO e fondatore di We Make Future (WMF), stiamo solo seguendo una strada diversa?

Durante l’edizione 2025 del WMF a Bologna (4-6 giugno), Lombardo ha raccontato a SiGMA News come l’Italia possa guidare il cambiamento, puntando su cultura, sostenibilità e connessioni digitali.

Dal forum alla piattaforma globale

D: Come nasce l’idea di We Make Future?

“È una storia lunga e ricca di sfide. Tutto inizia dal Forum GT di Giorgio Taverniti nel 2004. Da lì, eventi gratuiti come il tour IGT Web Marketing, WebRevolution e il Web Marketing Festival. Ma volevamo qualcosa di più: parlare di digitale, sì, ma anche di futuro. Così è nato We Make Future, un evento in continua evoluzione grazie alle idee dei partecipanti”.

We Make Future non è solo un festival tecnologico, ma una piattaforma ibrida che unisce formazione, networking, progetti concreti e impatto sociale. Un modello innovativo di divulgazione.

iGaming e innovazione: sinergie concrete

Uno dei punti chiave è il ruolo dell’evento nell’ecosistema iGaming, crypto, blockchain ed eSports. Non si tratta solo di conferenze: WMF crea connessioni reali tra startup e investitori.

D: In che modo We Make Future può dare un apporto al mondo dell’iGaming, del crypto e della blockchain?

“Ad esempio, WMF ha lanciato una call sulle 12 challenge del futuro. Alcune di queste sono dedicate proprio a esports, crypto, future of finance. Selezioniamo le migliori realtà e le mettiamo in contatto con gli investitori. Durante i tre giorni del festival, queste start-up presentano i loro progetti a investitori interessati. È un lavoro di connessione, ma anche di accelerazione concreta”.

Questa attività è particolarmente rilevante per l’ecosistema iGaming, dove la ricerca di innovazione tecnologica è costante ma spesso non accompagnata da un’infrastruttura europea capace di sostenere la crescita. WMF si candida a essere proprio questo tipo di infrastruttura.

AI e cultura aziendale: è tempo di sostenibilità

Un altro passaggio fondamentale dell’intervista riguarda il tema dell’intelligenza artificiale. In un momento storico in cui l’AI viene usata in ogni settore – spesso senza una strategia chiara – Lombardo invita a una considerazione più profonda.

D: Qual è la tua opinione sull’intelligenza artificiale e il suo impatto sui modelli di business?

“Questa è una fase caotica. Le aziende cercano di inserire l’AI ovunque, senza considerare i reali bisogni. Parliamo di sostenibilità dell’AI: serve capire come e perché integrarla, in relazione alla cultura aziendale. Ogni realtà dovrebbe fermarsi a riflettere prima di implementare”.

L’approccio è radicalmente diverso da quello di molte realtà internazionali, dove l’adozione è spesso spinta solo dalla competizione. Qui entra in gioco un concetto chiave: “uso responsabile della tecnologia”, intesa non solo in termini ambientali, ma come capacità di integrare la tecnologia con equilibrio, umanità e lungimiranza.

L’Italia come laboratorio dell’AI industriale

Lombardo sfida anche il racconto secondo cui l’Italia sarebbe in ritardo. Anzi, sostiene che proprio dall’industria può arrivare la spinta per un nuovo modello di AI applicata.

D: L’Italia è pronta per affrontare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale?

“Nessuno è davvero pronto. Tuttavia, l’Italia ha un vantaggio: nell’industria abbiamo sempre fatto la differenza. Se investiamo nelle figure giuste per integrare l’AI, possiamo colmare il gap. L’importante è farlo nel rispetto della nostra cultura d’impresa”.

L’idea è chiara: la tecnologia, per essere trasformativa, deve adattarsi alle caratteristiche strutturali e culturali del Paese. E qui l’Italia ha un’opportunità unica: fare leva su un tessuto produttivo di qualità, portandolo nel XXI secolo con il supporto dell’AI, anche nei settori ad alto contenuto di dati come l’iGaming e la finanza decentralizzata.

Un format che evolve come la società

Alla fine, il vero punto di forza di We Make Future è la sua capacità di adattarsi. Di evolvere. Di accogliere nuovi linguaggi e nuove sfide.

D: Qual è il futuro di We Make Future?

“Lo vivo come una nave che prende la forma del mare. Ci adattiamo a ciò che accade, senza perdere la visione. È un’evoluzione continua, come lo è la società”.

Questa visione fluida è anche un invito alle aziende, ai creativi, agli innovatori: non irrigiditevi in un modello. Restate aperti. Costruite il futuro come un’opera collettiva, in cui la tecnologia è solo uno degli strumenti – non il fine.

Una nuova narrazione per l’Italia digitale

L’intervista a Cosmano Lombardo è molto più di un racconto di successo imprenditoriale. È un manifesto per un’Italia che può diventare protagonista dell’innovazione tecnologica, non seguendo i modelli esistenti, ma costruendone uno proprio. Un modello che parte dalla cultura, passa dalla connessione tra ecosistemi, e arriva a una tecnologia sostenibile e condivisa.

In un’epoca in cui il futuro sembra sempre più centralizzato, Lombardo ci ricorda che esiste anche un futuro aperto, condiviso e inclusivo. E che, forse, non siamo affatto in ritardo. Abbiamo solo deciso di pensare in modo diverso.

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