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Kinga Warda, Chief Officer for Policy & International Affairs presso la Malta Gaming Authority (MGA), ha parlato con SiGMA del lancio del primo ESG Code of Good Practice Insights Report dell’Autorità.
Il report, basato su contributi volontari di 14 licenziatari, rappresenta quello che l’MGA definisce un traguardo importante nel percorso del settore verso una maggiore responsabilità in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG). Warda ha condiviso le motivazioni alla base dell’iniziativa, le lezioni apprese da questo primo ciclo di rendicontazione e i piani dell’Autorità per consolidare questo slancio e innalzare ulteriormente gli standard del settore.
“Abbiamo visto l’opportunità di fare chiarezza su cosa possa significare l’ESG nel contesto del gaming, e abbiamo deciso di agire,” spiega Warda. “C’era un evidente bisogno di un quadro di riferimento che rispecchiasse la realtà del nostro settore e che parlasse direttamente delle sfide e delle opportunità che affrontiamo ogni giorno.”
Il report dell’MGA offre un quadro incoraggiante dei progressi compiuti in diverse aree chiave. Gli operatori hanno dimostrato un chiaro impegno verso il gioco responsabile, il monitoraggio energetico e il coinvolgimento delle comunità locali. Tutti i 14 partecipanti hanno implementato solide politiche di protezione dei giocatori e strumenti per il gioco responsabile, andando ben oltre i requisiti normativi. Hanno aiutato i giocatori a riconoscere comportamenti a rischio, preso misure serie contro il gioco minorile, reso le regole di gioco chiare e accessibili, gestito i reclami in modo trasparente e garantito l’accesso a meccanismi indipendenti di risoluzione delle controversie.
Tuttavia, il report non nasconde le aree che richiedono ancora attenzione. Il divario retributivo di genere si attesta su un preoccupante 27,1% e solo il 20% delle posizioni dirigenziali è occupato da donne. Inoltre, gli standard di cybersicurezza variano notevolmente tra gli operatori e la maggior parte non monitora ancora le proprie emissioni Scope 3. Pochi, infine, hanno integrato considerazioni ESG a livello di consiglio di amministrazione o le hanno collegate a una visione strategica chiara.
Commentando il divario retributivo, Warda precisa: “Questo primo ciclo di rendicontazione ESG si basa su un campione relativamente ridotto e potrebbe non rappresentare l’intero settore del gaming. Tuttavia, ricerche più ampie confermano che molte aziende faticano ancora a garantire una rappresentanza femminile adeguata nei ruoli di leadership.”
I numeri parlano chiaro. Sebbene nei ruoli non manageriali si registri quasi la parità (le donne occupano il 47% di queste posizioni), i vertici aziendali restano largamente maschili, con l’80% delle posizioni apicali ricoperte da uomini, secondo il report.
“Sono emersi alcuni temi ricorrenti, in particolare la necessità di rafforzare la presenza femminile nei ruoli dirigenziali e di ampliare la formazione sui temi ESG,” ha sottolineato Warda. “Non si tratta solo di diversità: parliamo di decisioni inclusive e allineate alle aspettative della società.”
Ha poi aggiunto che i benefici vanno ben oltre il rispetto formale dei principi: “Promuovere la diversità di genere porta benefici aziendali concreti: leadership più forte e organizzazioni più resilienti. Incoraggiare le imprese a considerare la diversità nei team di leadership, nelle strutture retributive e nelle opportunità di crescita è pienamente in linea con gli obiettivi ESG di costruire un’industria sostenibile e responsabile.”
Secondo Warda, l’approccio ESG offre una prospettiva più ampia, spingendo le aziende a considerare il gioco responsabile non solo come un obbligo normativo, ma come parte integrante della loro strategia di sostenibilità e governance.
L’iniziativa sta già influenzando le politiche interne delle aziende partecipanti.
“Il report ha funzionato come un catalizzatore per riflessioni e azioni,” afferma Warda. “Alcuni operatori ci hanno detto che l’esercizio ha stimolato conversazioni interne che finora non erano mai avvenute. Alcune aziende stanno già pianificando passi concreti.” Tra questi, la definizione più chiara delle responsabilità ESG e una maggiore trasparenza dei dati.
Grazie a un meccanismo strutturato di feedback, l’MGA intende migliorare progressivamente l’iniziativa. “Abbiamo già apportato alcune modifiche alle attuali informative, basandoci proprio su quei riscontri,” ha dichiarato Warda. “Piccoli aggiustamenti, ma significativi, per migliorare l’esperienza complessiva.” Tuttavia, “Non introdurremo mai cambiamenti rilevanti senza consultarci prima con il settore,” rassicura Warda. “Questo è un framework pensato per il settore, ma soprattutto insieme al settore. È un processo bidirezionale, e continueremo a modellare i prossimi cicli sulla base di ciò che funziona – o non funziona – per gli operatori.”
Tra le priorità future figurano la formazione settoriale sui principi ESG, maggiori occasioni di scambio di buone pratiche e linee guida mirate per rafforzare la governance a livello di consiglio di amministrazione.
L’MGA ha elogiato le solide politiche anti-corruzione, antiriciclaggio e a tutela dei whistleblower presenti nel settore, ma ha segnalato la cybersicurezza come una priorità urgente. “La cybersicurezza è un’area chiave per noi come regolatori, soprattutto considerando la natura digitale del settore del gioco e la sensibilità dei dati trattati,” ha spiegato Warda.
Per affrontare il problema, l’MGA sta preparando un’Industry Risk Assessment specifica per la cybersicurezza. “L’obiettivo è individuare i principali rischi e vulnerabilità del settore… e supportare le aziende con formazione e orientamento mirati,” ha aggiunto.
“Incoraggiamo fortemente le aziende a puntare a certificazioni in ambito di cybersicurezza,” afferma Warda. “Il nostro ruolo non è imporre, ma sensibilizzare sugli standard.”
Warda ha chiarito che l’approccio dell’MGA all’indagine ESG è improntato alla collaborazione, non alla sanzione. “Non siamo qui per criticare,” ha detto. “Siamo qui per aiutare il settore a compiere progressi concreti.”
“Il vero valore di questo primo report sta nel suo ruolo di punto di partenza – non solo in termini di dati, ma di mentalità,” ha spiegato Warda. “Vogliamo che le aziende inizino a vedere il valore dell’ESG per loro stesse. E man mano che sempre più imprese parteciperanno e condivideranno esperienze positive, speriamo che il confronto tra pari contribuisca a creare slancio.” “Siamo pienamente impegnati a mantenere un dialogo aperto e a crescere insieme al settore,” ha concluso Warda. “Così da essere tutti meglio preparati ad affrontare le sfide che ci attendono.”